Verba volant,
scripta manent…

Ebbene sì, sono un uomo di mezz’età. Anagraficamente. Nel senso che ho da poco compiuto cinquant’anni e checché se ne dica questa è la fase in cui si fanno i primi bilanci seri, su ciò che è stato su quello che è e soprattutto su ciò che potrà essere. Sinceramente a me questa attività proprio non riesce fino in fondo. Qualche piccola linea orizzontale, di quelle che stanno alla fine delle operazioni aritmetiche, subito prima del fatidico “totale”, di tanto in tanto provo a tirarla. Ma è sempre parziale, incompleta. E forse per certi versi prematura…

Sì è vero, le responsabilità, un figlio piccolo che ancora deve iniziare la scuola elementare, una moglie, una casa e tanto altro. Tutti elementi esistenziali che ti portano a pensare di essere un uomo maturo, con un ruolo sociale e professionale ben definiti.

Poi capita qualcosa e ti rendi conto che lo spirito adolescenziale, da qualche parte cova ancora e ogni tanto torna a proporsi.

Basta poco: una recita alla scuola materna del figlio – ad esempio - e accorgersi che mentre fai la parte del dottore, con in mano un termometro lungo un metro e senti i bambini che ridono per come stai “recitando” la tua parte, ti viene una irresistibile voglia di caratterizzare il tuo personaggio ancora di più; solo per goderti gli sghignazzi liberi e allegri di quei cento piccolini che ti guardano. O quando ti ritrovi a giocare a macchinine con tuo figlio esattamente come facevi con il tuo amico del cuore quando avevi la sua stessa età.

Bene, il sottoscritto è un po’ la sintesi di queste due cose: da una parte il senso di responsabilità, dall’altra la voglia di continuare a coltivare l’aspetto ludico della vita. Questa sintesi rappresenta anche il modo in cui ho sempre affrontato il mio lavoro. Nei primi anni, mentre frequentavo la scuola di giornalismo, facendo il ragazzo di bottega per un corrispondente di provincia di un quotidiano. Poi scrivendo di sport, di industria tessile, alimentare, meccanica, di automobili, di economia o scrivendo interviste. Insomma ho sempre cercato di lavorare con serietà, individuando in ogni argomento un aspetto che lo rendesse un po’ speciale. Mettendo ogni istante ciò che più conta in questo mestiere: la passione, la curiosità e la voglia di farsi capire.